Il leader dei 5 stelle è alle prese con la risoluzione sulle armi e il caso Di Maio. Ma deve andarci piano.
Giuseppe Conte vorrebbe cacciare Di Maio e rivoltare questo governo creando una crisi proprio sull’informativa di Draghi di oggi. Ma sulla testa del leader pentastellato pesa il calo dei consensi del suo partito, il taglio dei parlamentari e il doppio mandato. Una rivolta potrebbe costare cara al Movimento 5 stelle. Conte è costretto a fare passi indietro e rimanere calmo.
Draghi ha già bocciato un rimpasto e ha intimato i 5 stelle di non portare problematiche interne sul tavolo del governo provocando una crisi di maggioranza. Il premier non ha intenzione di ritornare sul decreto Ucraina approvato a marzo e da lì non si va indietro. Conte ha bisogno di contare su qualcuno e chiama Letta e addirittura D’Alema.
Tutti gli sconsigliano di buttare fuori Luigi Di Maio perché questo andrebbe a minare ancora di più una leadership fragile e debole. Conte deve scendere a compromessi e battere ritirata sia sulle armi sia su Luigi Di Maio. Lo stesso Beppe Grillo è infuriato con lui per aver pensato di cacciare Di Maio in questo momento, tanto – aveva detto il fondatore – se ne andrà da solo. La mossa di volerlo cacciare non è stata astuta e ha sollevato critiche da ogni parte.
Il leader dei 5 stelle medita sulle prossime mosse
Anche il premier Draghi è infuriato con il leader dei 5 stelle per avergli chiesto un rimpasto in tempo di guerra e minare alla stabilità politica del paese proprio in questo momento difficile. Tutte le decisioni che potrebbe prendere potrebbero ritorcersi contro di lui come un boomerang. Per questo Conte si è chiuso nel bunker insieme a Casalino, suo fidato, per studiare le sue prossime mosse.
Secondo i retroscena del Corriere della Sera i cinque vicepresidenti dei 5 stelle avrebbero il potere di cacciare un membro ma i probiviri Gubitosa, Taverna, Ricciardi, Todde e Turco non ci pensano proprio a cacciare Di Maio e avrebbero consigliato al leader di farlo, che però secondo lo statuto non avrebbe questi poteri.
Una cosa è certa, questo caos creato all’interno dei 5 stelle all’indomani del terribile risultato alle elezioni amministrative sta decretando la fine del Movimento. La leadership di Conte ha creato più scompiglio che solidità e ne è certo anche Beppe Grillo che ha avvertito: “Con questa guerra sui giornali ci biodegradiamo a tempo di record”.